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sabato 24 novembre 2007


Sabato 1 dicembre 2007
alle ore 21
vi aspettiamo
presso la Parrocchia di S. Antonio da Padova
alla Dozza
Via della Dozza 5/2, Bologna


per un momento di preghiera


“IN CAMMINO VERSO LA LUCE”

preparato dal gruppo “In cammino”

sabato 17 novembre 2007



Signore, fa' di me uno strumento
della tua pace:
Dove c'è odio, io porti l'amore.
Dove c'è offésa, io porti il perdono.
Dove c'è discordia, io porti l'unione
Dove c'è errore, io porti la verità.
Dove c'è dubbio, io porti la fede.
Francesco d'Assisi

Chiesa Avventista,
Chiesa Ortodossa Rumena,
Chiesa Valdese-Metodista,
Centro Poggeschi,
Pax Christi Bologna,
SAE,
Gruppo di Taize'

vi invitano ad una veglia:

DOMENICA 25 NOVEMBRE 2007 ore 21,00

Basilica di S. Francesco piazza Malpighi Bologna

“ ABBATTERE I MURI E COSTRUIRE LA PACE ”

"Non esisterà alcun futuro di pace se tutte le religioni
non parteciperanno in forma unitaria ad un programma di ricostruzione culturale e
morale dell'intera famiglia umana "
Desmon Tutu

mercoledì 14 novembre 2007

SABATO 17 NOVEMBRE 2007 ORE 20

presso la Chiesa Evangelica Metodista, via G. Venezian 1 Bologna


RICORDANDO GIOVANNA REGGIANI

Il gruppo “Essere Chiesa Insieme” della Chiesa evangelica metodista di Bologna e il Forum degli immigrati promuovono un incontro di riflessione e meditazione sul tema:


COME VIVERE LE PAURE?

E SE CI PROVASSIMO INSIEME, ITALIANI E STRANIERI?




Interverranno: don Giovanni Nicolini, chiesa cattolica
padre Ion Rimboi, chiesa ortodossa rumena
pastore Sergio Ribet, chiesa metodista
presiederà: dott. Leonardo Barcelo


Aderiscono all’iniziativa: - il SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) di Bologna
- PAX CHRISTI di Bologna
- sono stati invitati: chiese di migranti, sindacati, associazioni di stranieri




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Riportiamo un atto della 4° sessione congiunta dell’Assemblea generale dell’UCEBI (Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia) e del Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste, che si è tenuta a Roma/Ciampino dal 2 al 4 novembre 2007, mentre si svolgevano i funerali di Giovanna Reggiani.
L’Assemblea,
- ricordando la sorella Giovanna Reggiani, esprime profondo cordoglio per la sua morte e la propria vicinanza alla famiglia, ai suoi cari, alla sua comunità, con particolare riguardo ai bambini e alle bambine della scuola domenicale di cui era monitrice;
- profondamente convinta che l'amore di Dio in Cristo iscriva nella nostra storia un'altra storia, fatta di fraternità, di rispetto fra le persone e di pietà profonda;
- nel chiedere giustizia per questo delitto, respinge ogni spirito di vendetta e di odio;
- si dichiara fortemente preoccupata delle strumentalizzazioni politiche seguite a questa tragica morte, che hanno già prodotto drammatiche conseguenze di violenza xenofoba e di razzismo nei confronti di alcune comunità di immigrati;
- invita le forze politiche a garantire in tempi brevi al paese una legge organica sulla immigrazione che, in un quadro di sicurezza e legalità, tuteli i diritti fondamentali degli stranieri e ne promuova l'integrazione sociale.

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) 18.11.07

Salmo responsoriale (Sal 97)
Vieni, Signore, a giudicare il mondo.

Cantate inni al Signore con l'arpa, con l'arpa e con suono melodioso; con la tromba e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore. Frema il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi abitanti. I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne. Esultino davanti al Signore che viene, che viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine.

Vangelo: Lc 21,5-19
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: "Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta". Gli domandarono: "Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?". Rispose: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: ''Sono io'' e: ''Il tempo è prossimo''; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine". Poi disse loro: "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime".


Non vi terrorizzate. don Paolo Curtaz

È proprio che non va, lo sapete bene. L'altro giorno, per diletto, mi chiedevo se questa sensazione è legata al mio fortunato invecchiamento o alle vicissitudini della vita. Ho concluso che, da quando ho memoria, è sempre stato così. Insomma: l'aria che si respira è pesante. Da sempre. Le vicende del mondo inquietano, un poco rimpiango la beata ignoranza dei tempi che furono e il rassegnato fatalismo di chi, ad esempio, riceveva a mezzo posta la notizia di dover andare a morire sul Carso per una guerra pensata da qualche genio della politica e cultore del nazionalismo. Oggi, invece, se sei proprio sadico ti inviano le notizie anche sul cellulare: il Medio Oriente è in fiamme, la folle avventura in Iraq è una catastrofe, il clima impazzisce, l'economia stagna, i tuoi risparmi da difendere come se fossi assediato a Fort Alamo. Il piccolo villaggio globale ormai incide anche sulla pelle del singolo cittadino: dalle mie parti il dieci novembre fa 21 gradi, alla pompa di benzina devi arrivare col libretto degli assegni, la stragrande maggioranza dei miei coetanei non ha un lavoro degno di questo nome e vorrebbero imbracciare un fucile se solo sapessero a chi sparare... Eppoi le vicende personali. Ricevo decine di mail ogni giorno, Rispondo a tutti, in maniera insufficiente, vi chiedo scusa, ma tutti porto nella mia povera preghiera di prete. E allora divento una discarica di disgrazie: affido al Signore il cancro di Sandra che ha la mia età, l'ansia di G. e M. per il loro figlio che manifesta sofferenza psichica, lo scoraggiamento di G., grande artista, che vede il suo figlio adottivo, ormai adulto, completamente folle. È proprio che non va, diciamocelo. Eppoi Chi vive con un minimo di consapevolezza e magari si sta convertendo (non tutto di colpo che ha delle pesanti controindicazioni!), dopo anni passati a combattere per il Vangelo, è ancora più stordito. Le cose non vanno nella Chiesa: lentezze, rigidità, incoerenze dei cristiani. E questo sport che d'ogni tanto emerge della caccia al cattolico (Noi prestiamo molto il fianco!) ripercorrendo i buoni vecchi stereotipi della Chiesa reazionaria e cloroalclero e il potere del Vaticano (e basta!). Ma, a livello più profondo, emerge birichina la domanda: e se ci fossimo davvero sbagliati? E se Dio si fosse sbagliato? E se la vita fosse davvero un coacervo inestricabile di luce e di tenebre che mastica e tritura ogni emozione e ogni sogno? E se Dio – tenero! – avesse esagerato con l'idea della libertà degli uomini e del fatto che l'uomo può farcela da solo? Alzate lo sguardo No, dice Gesù, state sereni. Non sono questi i segni della fine, come qualche predicatore insiste nel dire. Non sono questi i segnali di un mondo che precipita nel caos. Già il Signore ha dovuto confrontarsi con questa follia, in un mondo – il suo – ben più aggressivo del nostro. E, sorridendo, ci dice: cambia il tuo sguardo. Guarda alle cose positive, al tanto amore che l'umanità, nonostante tutto, riesce a produrre, allo stupore che suscita il Creato (Si vede che sono reduce da una passeggiata nel vallone del Menouve con vento a 70 km e la neve sotto i piedi?) e che tutto ridimensiona, al Regno che avanza nei cuori, timido, discreto, pacifico, disarmato. Guarda a te stesso, fratello mio, a quanto il Signore è riuscito a compiere in tutti gli anni della tua vita, nonostante tutto. A tutto l'amore che hai donato e ricevuto, nonostante tutto. Guarda a te e all'opera splendida di Dio, alla sua manifestazione solare, al bene e al bello che ha creato in te. Guarda e non ti scoraggiare. Di più: la fatica può essere l'occasione di crescere, di credere. La fede si affina nella prova, diventa più trasparente, il tuo sguardo si rende più trasparente, diventi testimone di Dio quando ti giudicano, diventi santo davvero (Non quelli zuccherosi della nostra malata devozione!) e non te ne accorgi, ti scopri credente. Se il mondo ci critica e ci giudica, se ci attacca, non mettiamoci sulle difensive, non ragioniamo con la logica di questo mondo: affidiamoci allo Spirito. Quando il mondo parla troppo della Chiesa, la Chiesa deve parlare maggiormente di Cristo! Uffa e strauffa! Lo dico ufficialmente e pubblicamente: a me questa cosa non piace affatto. Preferisco crogiuolarmi nelle mie vere o presunte disgrazie, preferisco lamentarmi di tutto e di tutti, vivere nella rabbia cronica. Preferisco cento volte lamentarmi del mondo brutto sporco e cattivo ed eventualmente costruirmi una piccola setta cattolica molto devota in cui ci troviamo bene (Almeno all'inizio poi, è statistico, facciamo come il mondo cattivo!). Preferisco fare a modo mio, accipicchia! Ma se proprio devo fare come vuoi tu, Signore, allora libera il mio cuore dal peso del peccato, dall'incoerenza profonda, dalla tendenza all'autolesionismo che mi contraddistingue e rendimi libero, in attesa del tuo Regno.

Non abbiate paura

Il quadro di questo vangelo è terrificante come un telegiornale delle ore venti in cui solo il negativo fa rumore. “Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate … ma guardate di non lasciarvi ingannare”, dice invece il Signore, perché sono occasioni per rendere testimonianza all’amore, per smascherare il male e permettere al Bene di vincere, per lasciare spazio allo Spirito. Gesù prevede che i suoi discepoli saranno odiati, traditi, messi a morte, ma afferma che non c’è niente da temere perché nessuno può toglierci la vita vera.
L’unica cosa che dobbiamo temere è l’odio che si annida nel nostro cuore e produce il male, a largo o corto raggio. E’ l’odio il responsabile dell’elenco terrificante di questo vangelo. Ogni male è sempre prodotto, in fin dei conti, da noi stessi o da persone che il Padre ci affida per amarle. L’amore vince tutto. Come i cani sono cattivi quando hanno paura, così la gente è spesso tanto più pericolosa quanto più è sensibile. Una signora anziana, tornando tardi la sera, ha trovato i ladri in casa. Li ha salutati con garbo ma loro, per paura di essere denunciati da lei, volevano eliminarla. Lei invece li ha incoraggiati a prendere ciò che a loro serviva: “Io – diceva – sono anziana e sola e non ho bisogno di tante cose”. Di fronte alla sua calma, gli uomini hanno abbandonato la loro aggressività e all’una di notte erano ancora tutti insieme a mangiare la pasta preparata per loro dall’anziana signora e a raccontare le loro storie infelici e le ferite della loro infanzia.
“Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non piombate nella paura”, perché tutto serve al fine ultimo che sarà la vittoria del bene sull’odio. L’odio è prevalentemente frutto della paura: solo la fiducia nella capacità di bene che c’è nell’altro, solo la certezza che dietro il male c’è un bene nascosto, potranno vincere il timore e instaurare un mondo nuovo edificato su relazioni vere. Alla fine dell’elenco catastrofico Gesù rivela il senso del tutto: “Neppure un capello del vostro capo perirà”, perché in tutto rimarrete nelle mani del Padre, fonte di ogni bene, fonte della Vita che non muore. A noi è chiesta solo la perseveranza nel Bene che è la nostra partecipazione all’opera del Padre, il quale non smette mai di lavorare per il nostro bene (cf. Gv 5,17).

Emmanuelle Marie

domenica 4 novembre 2007


Michel de Certeau - "Mai senza l’altro" - pp 168 Prezzo: €10,50

Gesuita, storico affascinato dall’avventura mistica, antropologo attento all’esistenza della gente comune, viaggiatore instancabile attraverso paesi, culture e uomini diversi, Michel de Certeau ha indagato con rara incisività su ciò che apre ciascuno all’ incontro dell’altro. Comunione attraverso il conflitto, la vita dell’uomo non è mai concepibile senza l’altro: tragedia allora non è il conflitto, l’alterità, la differenza bensì i due estremi che negano questo rapporto: la confusione e la separazione. In questa nuova stagione dobbiamo imparare ad accettare il mistero e l’enigma di chi non conosciamo, di chi appare come l’estraneo e non solo lo straniero. La sofferenza e la fatica della ricerca dell’unione nella differenza permangono, ma la tragedia incombe sull’uomo soltanto quando rinuncia all’altro e se ne separa. Gli altri non sono l’ inferno: sono la nostra beatitudine su questa terra (dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi).