Dal libro della Sapienza 11,22-12,2

Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita, poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

mercoledì 20 agosto 2008

LE FERIE

Ferie, un'occasione per ritrovarsi
Le ferie potrebbero essere, nella distensione e nel riposo, il tempo pensoso in cui ricostruire la propria vita, ricomporre le relazioni dentro di sé, in modo da riannodarle, al rientro, nella verità e nella libertà.
Tempo di ferie, di riposo, ma spesso si ritorna più stanchi di prima. Tempo di vacanza, di tempo libero, in cui ascoltare le proposte della vita, cui durante l'anno non si osa prestare attenzione e ripercorrere la propria storia per chiarire i nodi, che ostacolano la serenità e le relazioni.
Carla aveva fatto una lunga psicoanalisi e stava bene. Poi, un trasferimento in un'altra città la trovò impreparata. Le sembrava improvvisamente che la sua esistenza non avesse più senso. Ritornò da un'analista. Le sedute si succedevano, lei, sul divano, parlava mentre la psicologa freudiana non diceva quasi niente, appena una parola alla fine: una provocazione brevissima che la sconcertava, ma poi scopriva di stare sempre meglio. Il tempo che dedicava ogni mattina alla meditazione maturava la sua comprensione, illuminando il disorientamento provato dalla breve frase dell'analista. A un certo punto, percepì che la preghiera poteva essere quel dialogo con lo Spirito nel quale ripercorrere la propria storia, parlandogli dei dolori, in cui si originava il suo attuale disagio. La sua meditazione si riempì delle sue collere represse da bambina per non rincorrere la perdita dell'amore materno, mentre si chiudeva nello stupore del costatare che il Signore stava dalla sua parte. Una mattina seppe che la sua esistenza stava nelle sue mani, mentre finora era rimasta vittima sconsolata, che si rovinava nell'obbedire a sua madre attraverso tutte le persone che le chiedevano una cosa, vendicandosi poi su se stessa nel colpevolizzarsi. Non ebbe più bisogno delle sedute. Le continuò ogni giorno con il Signore, che la illuminava con dolcezza.
Le ferie potrebbero essere, nella distensione e nel riposo, il tempo pensoso in cui ricostruire la propria vita, ricomporre le relazioni dentro di sé, in modo da riannodarle, al rientro, nella verità e nella libertà. Spesso infatti gli screzi, che attribuiamo agli altri - i quali hanno certamente la loro parte - vengono dall'attesa infantile che riportiamo sulle persone. Carla non sapeva dire di no, e poi si lamentava per l'incomprensione del marito, dei figli, dei colleghi, senza vedere che rimaneva prigioniera della sua storia con un madre autoritaria.
La preghiera fa spesso paura, perché la noia invade chi aspetta ciecamente che il Signore parli. In realtà, è un momento in cui uno si rivivifica, che si può fare nella passeggiata o nel riposo sulla spiaggia. Ognuno è un'immagine unica di Dio, che costituisce il suo essere vero. Tuttavia, questa immagine resta seppellita sotto le ingiunzioni dell'educazione ricevuta, della società nella quale si vive.
La tristezza, l'ira, persino certi malesseri fisici, sono reazioni contro queste abitudini mentali, che non appartengono all'essere vero. Guardare queste negatività nella certezza che lo Spirito, più intimo a noi di noi stessi, capisce tutto quello che si muove in noi, apre spazi di libertà. Dio abita in una stanza segreta, che non apriamo mai, perché la ignoriamo, e ci lamentiamo che non ci venga in aiuto. La chiave di questa porta, però, è nelle nostre mani. Se non la spalanchiamo, il Signore è come prigioniero della nostra ignoranza e non può manifestarsi.
Prima Carla credeva di pregare perché in ogni circostanza si sforzava di lodare Dio. Le sue meditazioni l'avevano invece messa a contatto con Cristo, che viveva in lei il suo inferno, ma non aveva potuto soccorrerla, fintantoché si presentava a lui nelle belle vesti della lode anziché raccontargli i suoi dolori per riceverne consolazione e soluzione. La sua meraviglia fu grande nello scoprire che, da quando ogni giorno prendeva il tempo di ripercorrere con il Signore il suo vissuto, anche attorno a lei le persone stavano meglio. Persino il marito, disoccupato, ritrovò un posto di lavoro.
E. Marie