La vostra liberazione è vicina
Lc 21, 25-28, 34-36
“Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. La prima liberazione da cui dipendono le altre è certamente quella dallo sguardo altrui di fronte al quale ci pieghiamo e che impedisce la nascita del nostro essere vero. L’Avvento è il tempo del sogno che si avvera attraverso la venuta del Bene – di Dio fatto uomo – in mezzo a noi.
Quale idea abbiamo della venuta del Signore? Lo aspettiamo con le paure legate a una fine del mondo terrificante? Il Signore viene, il Bene viene e noi siamo impauriti come il bambino che, per essere stato cattivo, teme il ritorno del padre. Attendiamo invece la vittoria del Bene sul male, anche sul nostro male, sulle reazioni che ci sfuggono di mano e che non riconosciamo come nostre.
“Gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra”: chi muore dalla paura non sa ancora che il Signore non è venuto per condannare il mondo ma per salvarlo. La paura è stata sconfitta! Cristo ha preso la nostra carne “per ridurre all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la vita” (Eb 2,14-15). Aspettare il ritorno di Cristo è fare spazio alla vita, al di là della paura del cambiamento: le potenze dei cieli potranno anche essere sconvolte, nasceranno cieli nuovi!
Temiamo il cambiamento dimenticando che la vita stessa è cambiamento. E’ successo a Roma, alcuni anni fa, che bambini considerati irrecuperabili, destinati all’orfanotrofio per evitare cambiamenti pericolosi per la loro psicolabilità, hanno poi potuto seguire la scuola come gli altri perché una suora coraggiosa aveva osato rischiare l’affidamento familiare nonostante il verdetto medico. La liberazione è vicina per chi accoglie la Vita, quella forza che dissesterà le false tranquillità ma restituirà il senso, il colore, la passione. Più ci lasceremo invadere dalle preoccupazioni più crescerà la morte attorno a noi, perché ostacoleremo gli sconvolgimenti propri della vita. I divertimenti della nostra società dei consumi, le sue infinite ubriachezze con il loro corteo di ansie, di cupidigie mai soddisfatte, sono il laccio che soffoca il mondo. Vegliamo dunque, restiamo svegli per cogliere dietro ogni avvenimento la vita che si offre.
“Il Signore realizzerà la promessa di bene che ha fatto” (Ger 33,14).
Quale idea abbiamo della venuta del Signore? Lo aspettiamo con le paure legate a una fine del mondo terrificante? Il Signore viene, il Bene viene e noi siamo impauriti come il bambino che, per essere stato cattivo, teme il ritorno del padre. Attendiamo invece la vittoria del Bene sul male, anche sul nostro male, sulle reazioni che ci sfuggono di mano e che non riconosciamo come nostre.
“Gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra”: chi muore dalla paura non sa ancora che il Signore non è venuto per condannare il mondo ma per salvarlo. La paura è stata sconfitta! Cristo ha preso la nostra carne “per ridurre all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la vita” (Eb 2,14-15). Aspettare il ritorno di Cristo è fare spazio alla vita, al di là della paura del cambiamento: le potenze dei cieli potranno anche essere sconvolte, nasceranno cieli nuovi!
Temiamo il cambiamento dimenticando che la vita stessa è cambiamento. E’ successo a Roma, alcuni anni fa, che bambini considerati irrecuperabili, destinati all’orfanotrofio per evitare cambiamenti pericolosi per la loro psicolabilità, hanno poi potuto seguire la scuola come gli altri perché una suora coraggiosa aveva osato rischiare l’affidamento familiare nonostante il verdetto medico. La liberazione è vicina per chi accoglie la Vita, quella forza che dissesterà le false tranquillità ma restituirà il senso, il colore, la passione. Più ci lasceremo invadere dalle preoccupazioni più crescerà la morte attorno a noi, perché ostacoleremo gli sconvolgimenti propri della vita. I divertimenti della nostra società dei consumi, le sue infinite ubriachezze con il loro corteo di ansie, di cupidigie mai soddisfatte, sono il laccio che soffoca il mondo. Vegliamo dunque, restiamo svegli per cogliere dietro ogni avvenimento la vita che si offre.
“Il Signore realizzerà la promessa di bene che ha fatto” (Ger 33,14).
Em.Marie