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mercoledì 3 dicembre 2008

VOGLIO URLARE AL MONDO
CHE QUESTO NON E' L'AMORE DI CRISTO


Oggi, compare su tutti i giornali e nei loro siti la posizione del Vaticano espressa all'ONU circa la depenalizzazione dell'omosessualità. Il Vaticano si è schierato per il no, giustificando questa posizione che la depenalizzazione creerebbe altre discriminazioni proprio perchè sarebbero fatte pressioni indebite sui paesi che non approvano le unioni omosessuali. Che casaulità, ieri sera ero tornato entusiata da una bellissima veglia ecumenica sulla pace, sulla necessità di deporre le armi, per cessare le guerre e le persecuzioni. E oggi noto che la Mia Chiesa preferisce il teatrino politico, la prova di forza, parole così fredde e aride per giustificare la non messa al bando della depenalizzazione dell'omosessualità. Come se venisse prima la vittoria politica che la dignità umana, la conservazione del potere che il tentativo di conoscere una realtà diversa, una ripicca politica che l'amore fra due persone anche dello stesso sesso. Come se venisse prima tutto questo che la vita. Sì, la vita! Vorrei ricordare che nel mondo sono 91 i paesi che condannano l'omosessualità come reato. 91 paesi in cui SI MUORE! SI MUORE!!!!!!! Ma diamo un occhio anche al passato. Tra il 1933 ed il 1945 SONO STATI UCCISI circa 7.000 omosessuali.
No, no...non posso credere e tollerare che questa sia la Chiesa di Dio, che questo è l'amore di cui parla Cristo, che questa è la cura delle persone omosessuali.
Di cura e rispetto non c'è nulla. Nulla, niente di niente. In quella posizione c'è solo condanna, cecità verso il passato, vuoto, silenzio e... morte. Morte.

Andrea

3 commenti:

  1. Mi lasciano sconcertato le posizioni della chiesa ufficiale su determinati temi, come questo ed anche quello dell'handicap, su cui, con motivazioni che non riesco a capire se non come capziose e strumentali, si rifiuta di sottoscrivere documenti tesi, per quanto appare, solo alla salvaguardia della vita e della dignità della persona umana.
    Al di là dell 'editoriale che commento, Voi, del gruppo in cammino, come fate a mantenere la Vostra Fede nelle chiesa cattolica? Ciao. Anonimo

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  2. Cara/o commentatrice/commentatore, lo sconcerto di chi sente la propria "madre" chiesa parlare in questo modo si tramuta spesso in dolore come testimoniato dal commento di Andrea, ma a volte anche in disgusto e rabbia. Quella rabbia che rende forse ancor più forte la neccessità di affermare la propria fede gridando "vorrei dire al mondo che questo NON è l'amore di Cristo". Il dolore è accentuato dal fatto che questa, che anche tu definisci "chiesa ufficiale", non solo non evangelizzi, nel senso letterale del termine, ma addirittura strumentalizzi il messaggio di Cristo per più o meno occulte esigenze temporali. Questo rende insopportabile il dolore generato dal comportamento della propria "madre". E allora ? "cancellate l'iscrizione", "stracciate la tessera", "uscitene fuori" da questo "partito" che anche voi, con il cuore lacerato, non approvate.
    Ma qui non si tratta di un partito, e la fede prima di essere nella Chiesa Cattolica è in Cristo. Non è un fatto intellettuale, nè di schieramento: siamo figli di Cristo e della Chiesa e dato che i propri genitori non si scelgono, lo rimarremo sempre, indipendentemente da come si comporteranno i nostri. Così come noi rimmarremo suoi figli anche se "stracciassimo la tessera". Anzi qui c'è la forza di una fede che non può essere annullata dalla Chiesa perchè è dono di Dio. Chiesa è anche "dove due tre si riuniscono nel suo nome..." quindi la nostra comunione in preghiera come credenti non è meno chiesa della "chiesa ufficiale". E' per questo che la fede, che non è raggiunta una volta per sempre, in questi casi può anche uscirne più robusta ... Poi magari partecipiamo, ci iscriviamo a gruppi, associazioni e movimenti e quando non condividiamo "stracciamo la tessere o cambiamo"... ma questo è non c'entra con la fede.

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  3. Forse arrivo con un po’ di ritardo, ma vorrei rispondere a te “anonimo”, mentre lo ripeto a me stessa. La mia fede, che vuol dir fiducia, è in Dio, è in quel Bimbo che in questi giorni è nato ancora per noi, e ci dimostra col suo volerci divenir simile la sua fiducia. Questa fede cerco di alimentarla giorno dopo giorno (e quante volte sembra spegnersi!), anche quando quell’istituzione, che ha avuto da Cristo l’impegnativo incarico di rappresentarLo, sembra volerne minare l’immagine. Mi ripeto che chi “spara” pronunciamenti e pareri è essere umano come me, spesso assillato dalla paura e dalla falsa sicurezza che solo il dubbio sa dare. Nella chiesa ci sto, cerco di fare la mia piccola parte, che può anche esser quella di essere quella voce diversa, assieme a tante altre voci diverse, che insieme producono la ricchezza delle differenze; che possono far riflettere chi stona; che possono incoraggiare chi si sente fuori dal coro.
    Uscire sbattendo la porta e disinteressandosene sarebbe troppo facile. E forse comodo.

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