Sto in silenzio, non apro bocca
perchè sei Tu che agisci.
Allontana da me i tuoi colpi
sono distrutto sotto il peso della tua mano.
......
.....
........
Ascolta la mia preghiera, Signore,
porgi l'orecchio al mio grido,
non essere sordo alle mie lacrime.
Pagine
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giovedì 27 maggio 2010
mercoledì 26 maggio 2010
Lettera
Carissime/i Amiche e Amici,
questa notizia è così dolorosa che vince la mia normale riluttanza a partecipare ai dibattiti online.
Sono attraversata da mille ipotesi, ma non voglio disperdermi in esse; due pensieri ritornano costanti fra i tanti e su questi voglio restare concentrata:sono Affetto e Preghiera.
Ho bisogno di dire a don Domenico che gli voglio bene, di dirlo adesso,davanti a tutti, senza bisogno di garanzie; con la speranza che lui possa essere in qualche modo raggiunto dall’affetto mio e di tantissimi altri.
So che ora è importantissimo pregare: per Domenico, per la sua salute, perché il Signore lo accompagni in questa terribile vicenda, e anche questa diventi –come ci ha insegnato lui- una “ferita che guarisce”. Pregare per chi avesse subito da lui una violenza di qualsiasi genere. Per chi accusa e per chi difende. Per chi deve giudicare. Pregare per noi tutti, per tutte le nostre ferite, per tutte le nostre colpe, perché sappiamo cogliere in questa sofferenza una chiamata alla conversione , poiché in nessuno esistono solo ferite o solo colpe.
Signore, io ti ringrazio per tutti gli amici che mi hai fatto incontrare in questi anni; hai usato don Domenico per tessere la rete che ha pescato questo pezzo di Chiesa. Mi affido a te. Sostienici tutti: il ragazzino di cui parlano i giornali e tutti coloro che gli vogliono bene, don Domenico e tutti noi che gli vogliamo bene.
Io credo nella comunione dei santi –è un ritornello che torna ad affacciarsi al mio pensiero- oggi vuol dire che partecipo di tutta la violenza agita e subita in questa vicenda, di tutta chiedo perdono e su tutta invoco la Tua Giustizia e la tua Misericordia. Illumina ti prego anche il nostro discernimento e la giustizia umana. Amen.
questa notizia è così dolorosa che vince la mia normale riluttanza a partecipare ai dibattiti online.
Sono attraversata da mille ipotesi, ma non voglio disperdermi in esse; due pensieri ritornano costanti fra i tanti e su questi voglio restare concentrata:sono Affetto e Preghiera.
Ho bisogno di dire a don Domenico che gli voglio bene, di dirlo adesso,davanti a tutti, senza bisogno di garanzie; con la speranza che lui possa essere in qualche modo raggiunto dall’affetto mio e di tantissimi altri.
So che ora è importantissimo pregare: per Domenico, per la sua salute, perché il Signore lo accompagni in questa terribile vicenda, e anche questa diventi –come ci ha insegnato lui- una “ferita che guarisce”. Pregare per chi avesse subito da lui una violenza di qualsiasi genere. Per chi accusa e per chi difende. Per chi deve giudicare. Pregare per noi tutti, per tutte le nostre ferite, per tutte le nostre colpe, perché sappiamo cogliere in questa sofferenza una chiamata alla conversione , poiché in nessuno esistono solo ferite o solo colpe.
Signore, io ti ringrazio per tutti gli amici che mi hai fatto incontrare in questi anni; hai usato don Domenico per tessere la rete che ha pescato questo pezzo di Chiesa. Mi affido a te. Sostienici tutti: il ragazzino di cui parlano i giornali e tutti coloro che gli vogliono bene, don Domenico e tutti noi che gli vogliamo bene.
Io credo nella comunione dei santi –è un ritornello che torna ad affacciarsi al mio pensiero- oggi vuol dire che partecipo di tutta la violenza agita e subita in questa vicenda, di tutta chiedo perdono e su tutta invoco la Tua Giustizia e la tua Misericordia. Illumina ti prego anche il nostro discernimento e la giustizia umana. Amen.
Speranza
Signore, ti prego infondi in noi speranza.
Speranza per chi ha subito violenza, affinché possa affrontare con sostegno e coraggio questo momento, scorgendo nel suo futuro la possibilità di essere toccato e amato diversamente.
Speranza per chi ha usato violenza perché é difficile guardare in faccia la piccolezza della propria realtà umana e la sua immensa fragilità.
Speranza per chi aveva trovato la strada del "possibile" e ora si sente smarrito lungo il cammino.
Signore, dona a tutti noi e ai pastori della nostra Chiesa, la saggezza e la delicatezza di non dimenticare, né di strumentalizzare.
Dona pensieri e parole di giustizia e di pace.
Proteggi i timidi germogli di speranza di un nuovo rapporto tra Fede, Chiesa e Omosessualità.
Speranza per chi ha subito violenza, affinché possa affrontare con sostegno e coraggio questo momento, scorgendo nel suo futuro la possibilità di essere toccato e amato diversamente.
Speranza per chi ha usato violenza perché é difficile guardare in faccia la piccolezza della propria realtà umana e la sua immensa fragilità.
Speranza per chi aveva trovato la strada del "possibile" e ora si sente smarrito lungo il cammino.
Signore, dona a tutti noi e ai pastori della nostra Chiesa, la saggezza e la delicatezza di non dimenticare, né di strumentalizzare.
Dona pensieri e parole di giustizia e di pace.
Proteggi i timidi germogli di speranza di un nuovo rapporto tra Fede, Chiesa e Omosessualità.
lunedì 17 maggio 2010
Essere Gruppo per noi e...per voi!
Cosa si è fatto domenica all'incontro di In Cammino? Il pomeriggio è stato all'insegna della riflessione e del bilancio: Siamo gruppo? In che modo lo siamo? Abbiamo ancora bisogno di un percorso di questo tipo? Perché siamo qui?
Domandine non da poco! Sono arrivate alcune risposte e, come commentato da MA. in un post successivo, anch'io abbozzo la mia riflessione.
Sarebbe molto più semplice essere gruppo solo per noi. Per quei pochi "eletti" e fortunati che hanno avuto il dono di trovare e consocere un mondo possibile.
Forse, quello che ci viene chiesto, come cristiani e omosessuali credenti è di vivere il gruppo anche con spirito di servizio per persone in cerca di "riparo" dalle loro tempeste o in fermento per qualcosa di nuovo che stanno esplorando.
Il Gruppo anche come "servizio" è lo stimolo che mi porto e ci portiamo a casa, rinnovando l'impegno e se possibile, approfondendolo.
Domandine non da poco! Sono arrivate alcune risposte e, come commentato da MA. in un post successivo, anch'io abbozzo la mia riflessione.
Sarebbe molto più semplice essere gruppo solo per noi. Per quei pochi "eletti" e fortunati che hanno avuto il dono di trovare e consocere un mondo possibile.
Forse, quello che ci viene chiesto, come cristiani e omosessuali credenti è di vivere il gruppo anche con spirito di servizio per persone in cerca di "riparo" dalle loro tempeste o in fermento per qualcosa di nuovo che stanno esplorando.
Il Gruppo anche come "servizio" è lo stimolo che mi porto e ci portiamo a casa, rinnovando l'impegno e se possibile, approfondendolo.
mercoledì 12 maggio 2010
Ascensione del Signore – anno C - 16 mag. 2010
Voi siete testimoni
Lc 24, 46-53
“Così sta scritto: il Cristo doveva patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati … di questo voi siete testimoni”. Testimoni della risurrezione dunque? Certo, ma non solo, anche e soprattutto del perdono dei peccati! Gesù poi promette di mandare sugli apostoli il suo Spirito, di cui sappiamo (cf. Gv 20,22-23) che è il dono perfetto del Padre, il “Per-dono”, colui che dà il potere di rimettere i peccati.
Solo dopo questa promessa Cristo “si stacca” dai suoi, benedicendoli, come per confermare la nuova creazione che sta compiendo. Dio infatti, fin dalla prima pagina della Genesi (Gn 1,28) aveva benedetto l’uomo e la donna, rendendoli così fecondi, capaci cioè di collaborare all’opera della creazione. Il Risorto ricrea l’uomo facendolo nascere alla vita divina capace di trasformare il male in Bene con il perdono, e lo benedice per dargli la sua stessa capacità di perdonare e per renderlo collaboratore anche di questa ri-creazione.
Perché allora continuiamo così facilmente a vergognarci dei nostri peccati, a giudicare quelli degli altri e a temere il giudizio di Dio? Il Figlio è venuto, è morto ed è risorto proprio per dimostrarci che lo Spirito che anima Dio – se si può usare questa metafora – è perdono. Il buon ladrone ci ha creduto, ed è l’unico uomo ad essere canonizzato da vivo: “Stasera sarai con me in paradiso”. Se siamo testimoni di Cristo, lo siamo attraverso la nostra capacità di perdonare fino a poter dire a chi ci offende: sei con me nel paradiso del mio cuore profondo, ove il Padre mi accoglie con te senza giudicare né te né me. Lasciandoci eredi e testimoni del suo perdono, Cristo ha cambiato il senso della storia: l’uomo può uscire dal meccanismo della vendetta e della paura perché la morte, conseguenza del peccato, è vinta. Egli se ne va e i discepoli restano “pieni di gioia”.
Il suo ritorno al Padre è un messaggio che invita i suoi a non rimanere con lo sguardo fissato al cielo, o a lui, con nostalgia, dimenticando che tutta la vicenda è stata un invito continuo a fare il bene concreto, possibile in questa vita, a guardare “oltre”, a compiere le sue opere “e anche di più grandi” (cf. Gv 14,12).
Il vero Maestro è quello che sa scomparire lasciando che gli altri, con ciò che hanno imparato da lui, percorrano la loro strada. Prologo dunque, non epilogo.
E.Marie
Solo dopo questa promessa Cristo “si stacca” dai suoi, benedicendoli, come per confermare la nuova creazione che sta compiendo. Dio infatti, fin dalla prima pagina della Genesi (Gn 1,28) aveva benedetto l’uomo e la donna, rendendoli così fecondi, capaci cioè di collaborare all’opera della creazione. Il Risorto ricrea l’uomo facendolo nascere alla vita divina capace di trasformare il male in Bene con il perdono, e lo benedice per dargli la sua stessa capacità di perdonare e per renderlo collaboratore anche di questa ri-creazione.
Perché allora continuiamo così facilmente a vergognarci dei nostri peccati, a giudicare quelli degli altri e a temere il giudizio di Dio? Il Figlio è venuto, è morto ed è risorto proprio per dimostrarci che lo Spirito che anima Dio – se si può usare questa metafora – è perdono. Il buon ladrone ci ha creduto, ed è l’unico uomo ad essere canonizzato da vivo: “Stasera sarai con me in paradiso”. Se siamo testimoni di Cristo, lo siamo attraverso la nostra capacità di perdonare fino a poter dire a chi ci offende: sei con me nel paradiso del mio cuore profondo, ove il Padre mi accoglie con te senza giudicare né te né me. Lasciandoci eredi e testimoni del suo perdono, Cristo ha cambiato il senso della storia: l’uomo può uscire dal meccanismo della vendetta e della paura perché la morte, conseguenza del peccato, è vinta. Egli se ne va e i discepoli restano “pieni di gioia”.
Il suo ritorno al Padre è un messaggio che invita i suoi a non rimanere con lo sguardo fissato al cielo, o a lui, con nostalgia, dimenticando che tutta la vicenda è stata un invito continuo a fare il bene concreto, possibile in questa vita, a guardare “oltre”, a compiere le sue opere “e anche di più grandi” (cf. Gv 14,12).
Il vero Maestro è quello che sa scomparire lasciando che gli altri, con ciò che hanno imparato da lui, percorrano la loro strada. Prologo dunque, non epilogo.
E.Marie