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giovedì 30 dicembre 2010
Auguri... di fecondità
Carissima/o,
i miei auguri, sono auguri di fecondità…
Magari tu come me, per vari motivi, non hai generato figli, e quindi potresti sentire che la fecondità non ti appartiene, è parola per chi ha figli, per chi ha “dato” vita. Ognuno di noi non ha generato per... scelta personale, per vocazione religiosa, la vita ha voluto così, ancora aspetti... Al di la della ragione, sento che la fecondità sia un’esperienza più ampia di generare figli. E quindi scrivo anche a te madre o padre.
Io mi sento feconda quando mi apro alle occasioni della vita, quando non ho paura e permetto alla vita di scorrere, di circolare, di “usarmi” perché altre/i abbiano vita. Siamo feconde/i quando scorgiamo segni di speranza che fanno intravedere vita, movimento, incontro. Mi sento feconda quando non scappo davanti alle sfide, quando non mi
chiudo all'incontro, al conflitto. Mi sento feconda quando, pur consapevole delle mie ferite interne, mi lascio toccare dentro senza timore.
Mi sento feconda quando una parola o un gesto di qualcuno aprono porte dentro di me. Mi sento feconda quando accetto di non essere il centro del mondo e lascio parola e spazio all'altro; quando credo che siamo più della somma delle parti che ci compongono; quando ascolto questa sete di relazione e di infinito che mi abita.
Mi sento feconda quando permetto alla vita di stupirmi, di meravigliarmi. Mi sento feconda quando sento che un progetto, un'idea, un anelito prende forma dentro di me e trovo spazi per “darlo alla luce”... Mi sento feconda quando una persona mi dice grazie per qualcosa di cui non sono consapevole o quando un sorriso nasce da una mia parola o gesto. Mi sento feconda quando posso offrire un nuovo punto di vista…
Mi sento feconda quando credo fortemente in un valore e combatto perché si realizzi. Mi sento feconda quando non ho paura di mostrarmi per ciò che sono, quando dico il mio punto di vista pur consapevole di essere minoranza. Mi sento feconda quando ho pazienza che i semi diventino frutti, anche se io non li vedrò. Mi sento feconda quando
accetto con umiltà che non tutti i semi diventino frutti.
Mi sento feconda quando accetto i “dolori del parto” perché qualcosa abbia luce.
Patrizia
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