Pagine

sabato 26 dicembre 2015

Natale 2015: auguri (e testi)

Auguri da amici ....

Natale siamo noi, ogni volta che cerchiamo di assomigliare al Natale!
Camminiamo, senza stancarci: i frutti arriveranno!
Il clima dell’ultimo incontro e della cena sono un chiaro segnale; oltre alla gioia di stare insieme.
Un abbraccio
            L … e V


C'era una volta un cerchio
    C'era una volta un cerchio, un cerchio speciale, un cerchio fatto di parole. Sole, marmellata, blu, telefono, erba, papà, matita, strada, aiuto, gioia...: le parole si tenevano strette per mano, con le spalle verso il centro del cerchio e giravano in tondo e guardavano fisse fuori dal cerchio.     Guardavano fuori perchè aspettavano di essere chiamate e si tenevano strette perchè non volevano perdere il posto. Quando una persona aveva bisogno di una parola la chiamava e questa rispondeva: eccomi qua!
    Cosa c'era al centro del cerchio? Le parole non lo sapevano perchè guardavano tutte fuori, fisse, e non si voltavano mai verso il centro per paura di distrarsi e di non rispondere prontamente quando venivano chiamate. Ormai non potevano nemmeno più girarsi perchè il collo si era bloccato, irrigidito...
    Ma al centro ci doveva essere qualcosa, forse un'altra parola: si sentiva muovere, frusciare, ma che parola era? Nessuno l'aveva mai chiamata... Tutte erano curiose di sapere chi ci fosse al centro e perchè era al centro e non nel cerchio, ma nessuna aveva il coraggio o la forza di voltare la faccia e guardare...
    Per questo le parole erano tristi;  nemmeno si guardavano l'un l'altra, tutte tese al desiderio di essere chiamate: perchè quando una parola era chiamata diventava più grande! Parole chiamate spesso erano grosse grosse,  e altre, chiamate poche volte, piccole piccole...
    Ed erano un po' tristi anche gli uomini: le parole a disposizione erano poche, perchè erano gelose e non volevano altre parole nuove...
    Un giorno, in un piccolo paese, nacque un bimbo, molto curioso, più curioso di tutti gli altri bimbi. Appena cominciò a parlare anche lui iniziò ad usare le parole, e in breve tempo le chiamò tutte, tutte  quelle che vedeva nel cerchio, anche quelle piccoline, che nessuno usava quasi mai.
    Ma quel bimbo non  era contento: quelle parole non gli bastavano più. Ce ne erano delle altre? Dove le poteva trovare? C'era qualcosa dentro di lui al quale non riusciva a dare un nome: tutte le parole che trovava nel cerchio non andavano bene. Dove trovare la parola giusta?
    Quello che lui provava dentro di sé assomigliava all'amicizia, ma non era solo amicizia; assomigliava alla musica, ma non era solo musica; assomigliava al colore rosso, ma non era un colore; assomigliava ad una energia, ma tutta speciale... era un insieme di tutte queste cose e anche di più. Allora per gioco mise in fila le iniziali di quelle parole: a, m, o, r, e. E le pronunciò insieme: amore!
    E appena uscì quel suono dalla sua bocca,  ecco che dal centro del cerchio si udì forte: Eccomi! Sono qua, sono Amore!
    Il bimbo scoppiò di gioia! Ecco la parola giusta! Le altre parole rimasero sorprese a sentire quella voce mai udita prima e cercavano di voltarsi per vedere...ma il loro collo era bloccato, reso rigido da secoli di immobilità. Ma dalla parola Amore cominciò ad uscire un calore dolce e le parole piano piano si scaldarono a quel tepore e i colli si intenerirono....Ci volle del tempo, ma le parole lentamente  cominciarono a voltarsi verso Amore. Qualcuna si azzardò anche ad allentare la presa delle mani e a lasciare libera la mano delle altre. Lentamente, con timore e curiosità, cominciarono a guardare Amore, che girava vorticosamente su di sé, come una trottola, generando luce, calore, suono... Le parole piano piano si lasciarono coinvolgere da questo vortice e cominciarono  anche loro a girare, a vibrare, a cambiare di posto, a lasciare il posto ad altre parole nuove: nacque così la musica, la danza, la poesia... Le parole danzavano libere, vibravano nel canto, si abbracciavano...
    Gli uomini furono pieni di gioia: le parole erano di più e più belle, più calde, più vere... Quel bimbo riuscì ad entrare nel cerchio e ad arrivare all'Amore, che si fermò e si presentarono: “Piacere, io mi chiamo Amore!”.  “E io mi chiamo Parola”, disse il bimbo.
    E Amore prese in braccio Parola e cominciarono a danzare insieme, con le parole attorno che facevano corona con gli uomini e battevano il tempo con le mani.
    E vissero felici e contenti!
       
d.m.m. 

testi liturgia penitenziale avvento

testi incontro domenica 20 dicembre 2015 (6 MB)                                    

Nessun commento:

Posta un commento