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CHI SIAMO


Siamo credenti, gay e lesbiche. 

Camminiamo insieme condividendo le nostre esperienze ed aspirazioni di vita, cercando di crescere nella fede, nell’amicizia, nelle relazioni. 

Abbiamo una storia di oltre 25 anni e centinaia di persone hanno condiviso a lungo o solo occasionalmente la strada percorsa. 

In questo momento sentiamo forte il bisogno di aprire il cammino di condivisione di vita e di fede anche ad altri credenti ed anche, se possibile, ad altre persone che sono a noi vicine, famiglia, amici, partner, ecc. 

Vorremmo essere capaci di accogliere, comprendere ed aiutare chi è in ricerca, come noi, del cammino che è chiamato a compiere, di relazioni feconde, di comunicazione libera, di amore e di contaminazione attraverso e con la Parola di Dio. 

Provenienze, età, esperienze sono le più varie, per questo non esiste alcun pre-requisito per aggregarsi se non il desiderio e l’intenzione autentica e sincera della ricerca spirituale e la disponibilità a mettersi in gioco insieme ad altri. 

L’amicizia non è garantita, ma è spesso nata e cresciuta, la compagna/o nemmeno, ma qualche relazione importante è scaturita, le aspettative sono talvolta deluse, ma talvolta anche superate. 

Ci incontriamo circa una volta al mese e talvolta anche con altri fratelli e sorelle che camminano come credenti, non solo gay e lesbiche, in altri gruppi. 


Il gruppo In Cammino è informale, non strutturato, le decisioni si prendono insieme e le attività si realizzano con una responsabilizzazione di tutti e con incarichi a rotazione e contiamo sull’aiuto, che quasi sempre è arrivato, di chi è disposto a mettere a servizio un po’ del proprio carisma tra di noi e di portare linfa alla strada che percorriamo.


COME CAMMINIAMO


Esperienza di dialogo in gruppo
(tratto da: Martin Jelfs “Tecniche di animazione” - 1993)

Per offrire un momento di conoscenza diretta attraverso la confidenzialità, per arrivare ad una comprensione reciproca e condivisa, sviluppare la capacità di aprirsi e di fidarsi degli altri, imparare a far parlare solo l’esperienza.
 

Condizioni da seguire (estratto):
  • si parla per sentire e sperimentare e non per fare della teoria o per fornire un’opinione;
  • è importante che non ci siano commenti, interpretazioni, generalizzazioni alle risposte date;
  • la scelta di non rispondere deve essere rispettata pienamente;
  • si deve assicurare che nessuno parli a lungo e che tutti, se lo desiderano, abbiano l’opportunità di parlare, entro un limite ragionevole di tempo;
  • ciò che i partecipanti dicono non deve essere oggetto di discussione;
  • qualsiasi cosa venga detta va presa come una confidenza da non divulgare all’esterno.



CHI ERAVAMO

Questa è la trascrizione effettuata nel gennaio 1999 di una documento redatto ad Assisi nel 1985 a due anni di vita del gruppo dei gay credenti dell’Emilia Romagna, che, allora, non si chiamava ancora "In Cammino”. Molto di quanto fu scritto allora credo risulti patrimonio, a 14 anni di distanza, dell’attuale gruppo, altre cose sono sicuramente cambiate e, forse, sarebbe un po’ diverso anche il linguaggio. Nel corso degli anni sono state diverse le occasioni in cui abbiamo scritto alcune riflessioni, intendiamo recuperare altri di quei documenti e riprodurli, non tanto per un semplice ricordo del passato, ma piuttosto per far sì che il cammino fin qui percorso da centinaia di persone costituisca un patrimonio anche per chi è approdato da poco, e soprattutto per chi ancora non è arrivato. Inoltre, questo patrimonio, può essere utile per proiettare meglio il futuro. Sperando di aver fatto cosa gradita vi auguriamo buona lettura.

1° COME SIAMO NATI E CHE COSA CI ACCOMUNA

Probabilmente il nostro gruppo è stato “concepito” nel giugno del 1981 a Prali (TO), quando tre di noi conobbero Domenico.
La “gestazione”, come per gli elefanti, è durata due anni: non sono stati due anni lasciati passare: i “controlli” della gestazione erano frequenti, e anche se è sempre proseguita abbastanza regolarmente, ci sono stati anche alcuni “consulti” sia a Bologna che a Milano, alcuni contatti, alcune “visite specialistiche” a Torino e a Padova, molte riflessioni sul dove, come, perché e quando farlo nascere, finchè è nato nell’estate del 1983: eravamo in sei!
Abbiamo battezzato ufficialmente il gruppo a Bologna, nel dicembre 1983: il padrino non poteva non essere Domenico. Eravamo in nove!


Si erano incontrate:
  • le nostre esigenze di reciproca accoglienza, di conoscenza vera, di solidarietà;
  • i nostri desideri di riprendere insieme in mano le diverse problematiche afferenti alla nostra condizione esistenziale per coglierne una dimensione “culturale”, quindi non privatistica e non rivendicazionista;
  • le nostre volontà di “credenti” di coniugare la nostra fede con la nostra vita e quindi con la nostra condizione esistenziale, nel serio tentativo di individuare valide e possibili impostazioni etiche.
Oggi siamo una ventina, accomunati da queste stesse esigenze, desideri e volontà.

2° QUESTI DUE ANNI DI VITA

Il primo anno lo abbiamo dedicato a conoscerci.
Negli incontri mensili due o tre di noi raccontavano agli altri la loro vita, il loro passato, le loro aspirazioni, le loro esperienze, le crisi, i momenti forti, gli ideali, le esperienze di fede, gli impegni ecclesiali, i conflitti, i problemi morali, la fatica e la bellezza di vivere.
Intanto qualcuno si aggregava, qualcun altro, dopo pochi incontri, pur conservando con noi un rapporto di amicizia, ha preferito non frequentare più le riunioni del gruppo. Abbiamo sempre tenuto contatti con il gruppo di Milano attraverso Domenico che è sempre stato presente alle riunioni mensili, ci informava, ci aiutava.
Nel secondo anno, che si sta concludendo, abbiamo individuato un aspetto da affrontare insieme: i problemi morali vissuti da ciascuno di noi in relazione alla propria situazione esistenziale e i tentativi di soluzione personale dei conflitti inevitabilmente connessi ai suddetti problemi.
Ci aiuterà a fare il punto sui nostri vissuti e sulle nostre proposte Giuseppe, con una relazione-lezione-ricerca, che ci proporrà entro settembre 1985.
Sarà il primo passo verso l’obiettivo della elaborazione di alcune linee di una possibile morale personale per noi credenti.
Siamo convinti che la resurrezione del Signore debba toccare e trasformare anche la sfera della nostra affettività e sessualità, perché ha toccato tutta la persona, ogni persona.

3° LO STILE CHE CI SIAMO DATI E CHE DESIDERIAMO CONSERVARE

Desideriamo essere e rimanere un gruppo non troppo strutturato, semplice, di persone unite, anche se diverse.
Non ci siamo posti all’inizio problemi di sede: ci siamo riuniti sempre nella casa dell’uno o dell’altro, a Bologna o a Modena o a Reggio Emilia; abbiamo concordato di volta in volata la data dell’incontro successivo, curando di individuare quella possibile per tutti.
Non esistono “capi” nel gruppo, ma una “leadership spontanea”, attenta a far emergere e mediare tutte le esigenze, nella consapevolezza che ognuno di noi può e deve portare un suo contributo di originalità, di sensibilità, di stile che arricchisce il gruppo. Definiamo insieme dei piccoli incarichi a rotazione per non “fissare” dei ruoli che falsano inevitabilmente il modo di rapportarsi con gli altri e creano immagini stereotipate delle persone.
Il metodo è quello di partire sempre e rigorosamente dal vissuto, conosciuto e condiviso, per evitare il rischio della intellettualizzazione, pur dandoci un minimo di continuità nel progetto e desiderando proporci obiettivi intermedi, anche se in maniera flessibile e mai irreversibile.

4° GRUPPO CHIUSO O GRUPPO APERTO ?

Lo stile del gruppo ed il modo non istituzionalizzato con il quale è nato ed è vissuto in questi due anni, ha fatto dire a qualcuno e ha fatto chiedere a noi stessi: ma siamo un gruppo chiuso o un gruppo aperto?

Ci siamo convinti che per salvaguardare le caratteristiche delle nostre persone e del gruppo dobbiamo prestare grande attenzione a tutti coloro che intendono avvicinarsi: innanzi tutto per evitare eventuali presenze occasionali di persone poco motivate, perché questo non sarebbe di utilità per alcuno, soprattutto per informare previamente circa l’identità del gruppo, ciò che abbiamo fatto finora, ciò che intendiamo fare, le persone che ne fanno parte.
Questo ci sembra importante per non mettere a disagio il nuovo venuto e nello stesso tempo per una forma di rispetto verso il gruppo, al quale non è possibile chiedere di fare “marcia indietro” ad ogni nuova aggregazione.

5° SIAMO IN CAMMINO

Ci sembra di poter dire che siamo un gruppo che cresce, che vive, che cammina.
Un gruppo critico e autocritico; un mezzo importante per la nostra crescita, non un fine!
Sappiamo che in questo cammino ci troveremo presto di fronte al problema della nostra collocazione nella società ecclesiale e civile e siamo aperti a valutare e studiare qualche opportuna soluzione.
Per ora, in linea di massima, siamo favorevoli ad una pubblicità caratterizzata da una certa discrezione, in quanto desideriamo considerarci più globalmente come gruppo di persone ricco di ideali e di prospettive, piuttosto che riduttivamente come espressione di una “categoria” marginale.