Dal libro della Sapienza 11,22-12,2

Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita, poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

martedì 15 aprile 2008

Domenica 20 aprile 2008

V Domenica di Pasqua (Anno A)

Salmo responsoriale (Sal 32)
Volgiti a noi, Signore: in te speriamo
.
Esultate, giusti, nel Signore:
ai retti si addice la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.
Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme,
su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

Vangelo: Gv 14,1-12
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via".
Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?". Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto".
Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le sue opere.
Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre".

Il volto dell’altro
“Mostraci il Padre e ci basta”. “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?”. Dopo la risurrezione, nessuno riconosce il Signore, forse proprio perché prima, durante la sua vita terrena, nessuno aveva saputo discernere il suo vero volto. Lo credevano un uomo come gli altri, mentre era l’incarnazione del Bene: “Chi ha visto me ha visto il Padre”.
Come Tommaso, anche noi desideriamo seguire Cristo ma abbiamo paura di non farcela, di doverci inventare la strada. Pensiamo che tutto dipenda da noi e ci ritroviamo incapaci di realizzare il bene che vorremmo. Immaginiamo allora un Dio esigente, a nostra immagine, che ci aspetta al varco per giudicarci. Gli apostoli non conoscono Gesù perché non possono immaginare che ci aspetta sulla strada per aprirci le braccia.
Gesù dice di non turbarci se siamo lontani dalla perfezione che sogniamo: ci sono molti posti nella casa del Padre e la via è aperta, la conosciamo, è inscritta nel profondo del cuore di ognuno, là dove ci lasciamo commuovere dal dolore altrui, dopo aver attraversato e oltrepassato i desideri di vendetta, di paura, di rifiuto dell’altro. Il volto autentico di un essere umano è un mistero che scopriamo non appena crediamo nella presenza del Bene in quella persona, nel momento in cui riconosciamo in essa l’immagine del Padre. Tutto allora si trasfigura, le accuse si dissolvono, il mondo si rivela come il giardino che “Dio vide come buono” agli albori della creazione.
Lo zio che violenta le nipoti, di cui mi hanno or ora parlato al telefono come di un mostro, è probabilmente un disperato, che riproduce, suo malgrado, violenze subite da bambino, di cui non ha forse mai potuto parlare e che comunica come può, attraverso i suoi atti. “Abbiate fede”, dice Gesù, fidatevi, anche quest’uomo è immagine del Padre, anche lui va amato e aiutato senza giudizi perché possa riconoscersi come un dono, come un nuovo volto del Padre e possa abbandonare le sue angosce e smettere di ferire gli altri. Fidiamoci della vita che vuole sgorgare dai nostri cuori induriti dalla paura per raggiungere chi produce del male, perché se commette questi atti negativi, è segno che sta male. Il Risorto c’invita a seguirlo sulla via che porta al Padre, nel giardino dell’amicizia con Dio e con gli altri.
Emmanuelle-Marie

Le nostre domande:
Il volto dell’altro: ci è accaduto di vederci la presenza del Bene, nonostante tutto?
Io, come immagino Dio?

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