Dal libro della Sapienza 11,22-12,2

Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita, poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

martedì 15 aprile 2008

Domenica 20 aprile 2008

V Domenica di Pasqua (Anno A)

Salmo responsoriale (Sal 32)
Volgiti a noi, Signore: in te speriamo
.
Esultate, giusti, nel Signore:
ai retti si addice la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.
Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme,
su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

Vangelo: Gv 14,1-12
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via".
Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?". Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto".
Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le sue opere.
Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre".

Il volto dell’altro
“Mostraci il Padre e ci basta”. “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?”. Dopo la risurrezione, nessuno riconosce il Signore, forse proprio perché prima, durante la sua vita terrena, nessuno aveva saputo discernere il suo vero volto. Lo credevano un uomo come gli altri, mentre era l’incarnazione del Bene: “Chi ha visto me ha visto il Padre”.
Come Tommaso, anche noi desideriamo seguire Cristo ma abbiamo paura di non farcela, di doverci inventare la strada. Pensiamo che tutto dipenda da noi e ci ritroviamo incapaci di realizzare il bene che vorremmo. Immaginiamo allora un Dio esigente, a nostra immagine, che ci aspetta al varco per giudicarci. Gli apostoli non conoscono Gesù perché non possono immaginare che ci aspetta sulla strada per aprirci le braccia.
Gesù dice di non turbarci se siamo lontani dalla perfezione che sogniamo: ci sono molti posti nella casa del Padre e la via è aperta, la conosciamo, è inscritta nel profondo del cuore di ognuno, là dove ci lasciamo commuovere dal dolore altrui, dopo aver attraversato e oltrepassato i desideri di vendetta, di paura, di rifiuto dell’altro. Il volto autentico di un essere umano è un mistero che scopriamo non appena crediamo nella presenza del Bene in quella persona, nel momento in cui riconosciamo in essa l’immagine del Padre. Tutto allora si trasfigura, le accuse si dissolvono, il mondo si rivela come il giardino che “Dio vide come buono” agli albori della creazione.
Lo zio che violenta le nipoti, di cui mi hanno or ora parlato al telefono come di un mostro, è probabilmente un disperato, che riproduce, suo malgrado, violenze subite da bambino, di cui non ha forse mai potuto parlare e che comunica come può, attraverso i suoi atti. “Abbiate fede”, dice Gesù, fidatevi, anche quest’uomo è immagine del Padre, anche lui va amato e aiutato senza giudizi perché possa riconoscersi come un dono, come un nuovo volto del Padre e possa abbandonare le sue angosce e smettere di ferire gli altri. Fidiamoci della vita che vuole sgorgare dai nostri cuori induriti dalla paura per raggiungere chi produce del male, perché se commette questi atti negativi, è segno che sta male. Il Risorto c’invita a seguirlo sulla via che porta al Padre, nel giardino dell’amicizia con Dio e con gli altri.
Emmanuelle-Marie

Le nostre domande:
Il volto dell’altro: ci è accaduto di vederci la presenza del Bene, nonostante tutto?
Io, come immagino Dio?

sabato 5 aprile 2008


TESTI DELLA VEGLIA CHE SI E' TENUTA VENERDì 4 APRILE 2008 A BOLOGNA

INTRODUZIONE

Il 4 aprile dello scorso anno un ragazzino di Torino, Matteo, si è ucciso. Era tormentato dai compagni di scuola per la sua, presunta, omosessualità. Un piccolo gruppo cristiano di Firenze organizzò un incontro di preghiera per commemorarlo e per richiamare l’attenzione delle comunità cristiane sulla violenza che nasce dal disprezzo per le diversità. L’iniziativa fu condivisa da altri gruppi cristiani e il 28 giugno 2007 si celebrarono veglie di preghiera in numerose città italiane.

Come gruppo In Cammino aderimmo a questa iniziativa, sentendoci in ciò in comunione con la chiesa cattolica che, nel suo catechismo, condanna ogni violenza.

Avremmo voluto che quella veglia si svolgesse in una parrocchia, ma il clima cittadino anche allora, con la sua rissosità, con l’atteggiamento di sospetto di tutti verso tutti, rischiava di stravolgere le nostre intenzioni.

Provammo quindi ad accogliere l’esortazione di S. Paolo, censurammo anche un gesto lecito, se c’era il rischio che fosse di scandalo ai fratelli.

Ma grazie ad una famiglia amica e a don Giovanni che fece da tramite, ricevemmo il calore di quell’accoglienza su cui avevamo scelto di riflettere.

Anche quest’anno, a Bologna vogliamo ricordare Matteo e ciò che il suo drastico gesto denunciò allora e lo ricordiamo alla vigilia del quarantesimo anniversario della morte di Martin Luther King, il pastore battista che ha pagato con la vita l’impegno per superare il pregiudizio e la paura.

“Io ho sempre davanti a me un sogno … che un giorno questa Nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali (…) e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli esseri viventi, insieme, la vedranno.

E’ questa la nostra speranza” (Martin L. King)

E’ questa anche la nostra speranza: vincere con l’amore i pregiudizi e le discriminazioni che ancora feriscono e creano sofferenze a tanti di noi. Con questo spirito, desideriamo ringraziare Dio per averci creato così come siamo e per averci dato la possibilità di testimoniare il suo Amore nella varietà di relazioni d’amicizia e di amore che ci chiama a vivere.

E’ a Lui che ci rivolgiamo perché consoli tutte le vittime, quando siamo noi e quando sono le nostre; perché perdoni tutte le violenze e le divisioni di cui siamo capaci; perché converta i nostri cuori e ci renda inventori di cammini di riconciliazione e di gesti di pace; perché ci insegni ad accoglierci gli uni gli altri come lui ci accoglie e ci cerca sempre, sia che torniamo laceri e affamati -per avere tutto dissipato- e offendiamo il suo amore aspettandoci solo un posto da servi, sia che gli voltiamo le spalle indispettiti perché il nostro puntiglioso servizio non ci sembra sia stato ben retribuito.

Grazie stasera alla comunità e a ciascuno in essa che ci ha aperto le braccia dell’accoglienza.

Grazie agli amici che hanno accolto il nostro invito e sono qui per condividere questa preghiera, grazie a quelli che non hanno potuto, ma sappiamo esserci uniti.


BOLOGNA, 4 APRILE 2008
Nel 40° anniversario dell'uccisione
di Martin Luther King

"[…] Oggi vi dico, amici, non indulgiamo nella valle della disperazione, anche di fronte alle
difficoltà dell'oggi e di domani, ho ancora un sogno. Ho un sogno…"

(discorso di M.L.Kingdavanti al Lincoln Memorial di Washington, 28.08.1963)


« La pietra scartata è divenuta testata d'angolo» (Sal 117,22)

Veglia di preghiera per ricordare le vittime dell'omofobia
e di ogni discriminazione

"Guarda in alto:
scorgerai un Padre.
Guarda in basso:
vedrai tanti fratelli"

Messaggio introduttivo

I PARTE

Dal Libro della Sapienza (Sap 11.22 – 12,2)

Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento.
Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l`avresti neppure creata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l`avessi chiamata all`esistenza?
Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita,
poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli
e li ammonisci ricordando loro i propri peccati,
perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

Atto penitenziale

Razzismo, sessismo, omofobia, sono solo alcune delle forme di
discriminazione xenofobiche che possiamo incontrare ogni giorno attorno a
noi e che portano inevitabilmente all'emarginazione ed alla violenza. Il loro
riconoscimento, però, in ognuno di noi, dovrebbe passare attraverso un
sincero esame di coscienza, dal quale sicuramente possiamo far emergere
almeno una circostanza della nostra vita in cui noi stessi siamo stati,
direttamente o indirettamente, strumento di esclusione o "violenza" nei
confronti di un qualcuno in quel momento ritenuto "scomodo".
A volte non servono gesti eclatanti per fare di un "fratello" un "escluso", e
a volte sono proprio i gesti più semplici e quotidiani i più dolorosi, quelli che
rendono invisibile o "danno per scontata" una realtà che può invece non
esserlo per chi la vive in prima persona. Oppure a volte è proprio la
mancanza di un semplice gesto di umanità ad arrecare cosi tanto dolore,
quella "omissione" per la quale ad ogni confessione chiediamo perdono, ma a
cui, spesso, non diamo nemmeno importanza.
Nei foglietti della veglia possiamo trovare due post-it colorati: scriviamo ora
su uno di essi un episodio ricordato nel nostro piccolo esame di coscienza.
Uno ad uno, poi, ci incamminiamo e lo attacchiamo sulla croce,
riconoscendo che con quel gesto forse abbiamo contribuito anche noi ad
appesantire la croce di qualcuno, e abbiamo cosi ulteriormente appesantito
la croce di colui che si è fatto carico delle sofferenze del mondo, al cui
lamento ci uniamo, come attori e spettatori….

Tornando al nostro posto rimaniamo qualche minuto in silenzio.

Canto: Quando busserò

SALMO 3

Recitato a cori alterni ed intercalato dal canone:

Nada te turbe, nada te espante,
Quien à Dios tiene nada le falta.
Nada te turbe, nada te espante,
Solo Dios basta.

Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
Molti di me vanno dicendo:
«Neppure Dio lo salva!».

Ma tu, Signore, sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.

Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.

Sorgi, Signore,
salvami, Dio mio.

Hai colpito sulla guancia i miei nemici,
hai spezzato i denti ai peccatori.
Del Signore è la salvezza:
sul tuo popolo la tua benedizione.

II PARTE

La Santa Collera

Qual è il compito del predicatore oggi? Dovrei rispondere Fede,
Speranza, Carità. Sembra una bella risposta, ma vorrei dire piuttosto:
Coraggio. Ma no, neppure questo è abbastanza provocatorio per
costituire l’intera verità. Il nostro compito oggi è la Temerarietà,
perché ciò di cui noi come Chiesa manchiamo non é certamente né di
psicologia né di letteratura. Quello che a noi manca è una santa
Collera, una santa Collera! La temerarietà che scaturisce dalla
conoscenza di Dio e dell’umanità, la capacità di indignarsi quando la
giustizia giace prostrata sulle strade e quando la menzogna
furoreggia sulla faccia della Terra; una santa collera contro tutto ciò
che nel mondo è ingiusto. La collera contro il saccheggio della Terra
del Signore e la distruzione del mondo di Dio, la collera per
l’indulgenza di tanti verso la Chiesa, che non si avvede di poter
vivere solo grazie alla verità e ignora che la nostra paura sarà la
morte di tutti noi. Quello che ci è necessario è di perseguire senza
sosta quella temerarietà che saprà lanciare la sua sfida e di cercare di
cambiare la storia umana fino a che essa giunga a conformarsi alle
norme del Regno. (Kaj Munk)

Silenzio

SALMO 101 (100)

Recitato a cori alterni ed intercalato dal canone:

Laudate omnes gentes, laudate dominum,
Laudate omnes gentes, laudate dominum.

Amore e giustizia voglio cantare,
voglio cantare inni a te, o Signore.
Agirò con saggezza nella via dell'innocenza:
quando verrai a me?

Camminerò con cuore integro,
dentro la mia casa.
Non sopporterò davanti ai miei occhi
azioni malvage;

detesto chi fa il male,
non mi sarà vicino.
Lontano da me il cuore perverso,
il malvagio non lo voglio conoscere.

Chi calunnia in segreto il suo prossimo
io lo farò perire;
chi ha occhi altezzosi e cuore superbo
non lo potrò sopportare.

I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese
perché restino a me vicino:
chi cammina per la via integra
sarà mio servitore.

Non abiterà nella mia casa,
chi agisce con inganno,
chi dice menzogne non starà alla mia presenza.

Sterminerò ogni mattino
tutti gli empi del paese,
per estirpare dalla città del Signore
quanti operano il male.

Canto al Vangelo: Alleluia, cantate al Signore!

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7, 36-50)

La peccatrice perdonata

Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del
fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di
quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con
un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò
piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li
asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio
profumato.
A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui
fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo
tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa
da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure». «Un creditore aveva due
debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta.
Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi
dunque di loro lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo
quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato
bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa
donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i
piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha
asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece
da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non
mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di
profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti
peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona
poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo
che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua
fede ti ha salvata; và in pace!».

Meditazione e risonanze

Silenzio

III PARTE
Preghiere libere, intercalate dal canone:

Questa notte non è più notte davanti a te:
il buio come luce risplende.

Il nostro piccolo contributo

"A voi che non contate nulla agli occhi degli uomini, ma che davanti
agli occhi di Dio siete grandi, coraggio! Dio non fa graduatorie. Non
sempre si lascia incantare da chi sa parlare meglio. (..) Non sempre si
fa sedurre dal profumo dell'incenso, più di quanto non si accorga del
tanfo che sale dai sotterranei della storia. (..)
Carissimi, non scrivo per consolarvi. Anche perché so bene quanto
fastidio vi diano le declamazioni di coloro che sentendosi sempre in
dovere di spendere qualche parola con voi, ricorrono ai prontuari dei
più indisponenti fraseggi. Non è di compatimento che avete bisogno.
Prima di tutto, perché il compatimento è una spartizione fittizia del
dolore. Poi, perché vi toglie la fierezza di rimaner soli sulla croce. E
infine, perché rischia di fermarsi alla soglia delle parole. (..) Che
conforto possono recare i luoghi comuni tratti dai repertori della
compassione? Dire che con il vostro dolore contribuite alla salvezza
del mondo, può sembrarvi letteratura consolatoria. (..) Accennarvi
che, in fondo, ognuno si porta dentro il suo carico di dolori e che,
tutto sommato, non siete poi così soli come sempre, potrebbe
accrescere il vostro sdegno. Aggiungere che un giorno sarete
schiodati pure voi dalla croce, può apparire uno scampolo di
quell'eloquenza mistificatoria che non convince nessuno.
Ma dirvi che sulla croce un giorno ci è salito un uomo innocente, e
che sul retro della croce c'è un posto vuoto dove un altro innocente è
chiamato a fare compagnia ai rantoli di Cristo, appartiene al
messaggio inquietante, e pur dolcissimo, che (..) non si può mettere
tra parentesi.
Chiamalo, il tuo Signore: è un nome breve. Non può non sentirti: è
inchiodato appena dietro di te. Forse un giorno quel posto sarà mio.
O lo è già da adesso, ed è solo l'esemplarità del vostro martirio più
grande che me ne rende agevole il tormento." (Don T.Bello)

Riflessione

Mettiamoci quindi sul retro della croce di coloro ai quali pensiamo di avere
fatto volontariamente o involontariamente un torto, o universalmente sul
retro della croce di tutti gli "esclusi" che portano ancora da soli il peso di
quel legno….
Abbiamo ancora un post-it vuoto tra i nostri fogli. Scriviamo su di esso un
gesto di accoglienza, di solidarietà, di amore fraterno che possiamo compiere
al nostro ritorno a casa dopo questa riflessione. Uno ad uno ci
incamminiamo e lo attacchiamo sul retro vuoto della croce. Rimaniamo poi
tutti attorno alla croce e formiamo un cerchio, prendendoci per mano.

Insieme, come fratelli, reciteremo la nostra preghiera al Padre:

Padre Nostro che sei nei cieli…..

Tornando poi al nostro posto, porteremo con noi due post-it, prendendoli a
caso tra quelli che troviamo rispettivamente sul davanti e sul retro della
croce. Portiamo così a casa un'azione da evitare ed una da compiere, perché
almeno nel nostro giardino o sui nostri balconi possano crescere la
tolleranza e la solidarietà e muoia il seme dell'esclusione.

Canto: Chi ci separerà

Benedizione finale:

Il Signore ci benedica e ci protegga, faccia risplendere il suo volto su
di noi e ci doni la sua misericordia, rivolga su di noi il suo sguardo e
ci doni la sua pace, il Signore sia sempre con noi e faccia che noi
siamo sempre con lui.

Canto: Resurrezione

Grazie per aver condiviso la preghiera con noi!

A cura del Gruppo In Cammino (http://gruppoincammino.blogspot.com)
con la collaborazione di Pax Christi Bologna


CANTI

Quando busserò
Quando busserò alla tua porta,
avrò fatto tanta strada;
avrò piedi stanchi e nudi,
avrò mani bianche e pure (2v).
O mio Signore.
Quando busserò alla tua porta,
avrò frutti da portare,
avrò ceste di dolore,
avrò grappoli d’amore (2v).
O mio Signore.
Quando busserò alla tua porta,
avrò amato tanta gente,
avrò amici da ritrovare,
e nemici per cui pregare (2v).
O mio Signore.
Chi ci separerà
Chi ci separerà dal suo amore,
la tribolazione, forse la spada?
Né morte o vita ci separerà
dall'amore in Cristo Signore.
Chi ci separerà dalla sua pace
la persecuzione, forse il dolore?
Nessun potere ci separerà
da Colui che è morto per noi.
Chi ci separerà dalla sua gioia
chi potrà strapparci il suo perdono?
Nessuno al mondo ci allontanerà
dalla vita in Cristo Signore.
Resurrezione
Che gioia ci hai dato, Signore del cielo,
Signore del grande universo.
Che gioia ci hai dato, vestito di luce,
vestito di gloria infinita, vestito di gloria infinita.
Vederti risorto, vederti Signore,
il cuore sta per impazzire.
Tu sei ritornato, tu sei qui tra noi
e adesso ti avremo per sempre
e adesso ti avremo per sempre.
Chi cercate, donne, quaggiù?
Chi cercate, donne quaggiù?
Quello ch'era morto non è qui:
è Risorto! Sì, come aveva detto anche a voi.
Voi gridate a tutti che è risorto Lui,
tutti che è risorto Lui!
Tu hai vinto il mondo, Gesù,
tu hai vinto il mondo, Gesù, liberiamo la felicità.
E la morte, no, non esiste più,
l'hai vinta tu e hai salvato tutti noi, uomini con te,
tutti noi, uomini con te.
Uomini con te, uomini con te.
Che gioia ci hai dato, ti avremo per sempre.

Diversi

No, non è vero che la diversità viene accettata spontaneamente.
Ci sono momenti in cui essa mette a dura prova i nostri nervi,
ci sono frangenti in cui vorremmo annullarla, come d'incanto,
per trovare tutti d'accordo con noi,
con gli stessi gusti e gli stessi desideri.
Tu ci hai fatti diversi: lo vogliamo o no, questa è la realtà.
Una realtà scomoda,
per chi ama troppo l'ordine e la compattezza.
Una realtà colma di ricchezza,
per chi sa apprezzare le risorse in qualunque persona.
Una realtà imbarazzante,
per chi la avverte come un attentato alle sue opinioni, alla sua
personalità.
Una realtà benefica
per chi ama la propria e l'altrui libertà.
Grazie, Signore, per tutte le differenze di pelle, di cultura, di
tradizioni.
Grazie per averci salvati
dall'omologazione e dall'appiattimento,
dalla clonazione e dalla massificazione.
Grazie per tutti quelli che ci obbligano a prendere atto del loro
pensiero,
del loro temperamento, delle loro abitudini
così diversi dai nostri.
( Roberto Laurita )

giovedì 3 aprile 2008



Le città dove, dal 2 al 6 aprile 2008, si veglierà per le vittime dell'omofobia

Active ImageCome cristiani possiamo "rimanere in silenzio” quando tanti uomini e donne soffrono solo perché sono omosessuali? Noi diciamo di no! Ecco perchè dal 2 al 6 aprile 2008 in numerose città italiane, ed in varie parti del mondo, cristiani provenienti da diverse confessioni religiose saranno in veglia insieme con i gruppi di credenti omosessuali per ricordare le vittime dell’omofobia ed infrangere il muro di silenzio e d'imbarazzo che spesso permane nella nostra società, e sopratutto nelle nostre chiese, su questo tema.

Anche quest'anno si rinnova l'invito, espresso da numerosi gruppi di credenti omosessuali italiani, di ricordare con la preghiera le tante vittime della violenza dell'omofobia. Questa volta l'appello è stato raccolto da numerosi gruppi di credenti, omosessuali e non, di 42 città presenti in sette nazioni del mondo che, dal 2 al 6 aprile 2008, veglieranno tutti insieme per ricordare gli uomini e le donne ferite o uccise dalla insensata violenza dell'intolleranza.

Active ImageIn particolare quest'anno questa iniziativa ecumenica avrà luogo nel quarantesimo anniversario della morte di Martin Luther King, il pastore battista che ha pagato con la vita l'impegno per superare il pregiudizio e la paura.
"Io ho sempre davanti a me un sogno", disse in un famoso discorso "che un giorno questa Nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali […] e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli esseri viventi, insieme, la vedranno. E' questa la nostra speranza".

Questa è anche la speranza di questi cristiani che con questo spirito pregheranno "con un cuor solo e un'anima sola", dando vita a tante veglie di preghiera che vogliono infrangere il muro di silenzio e d'imbarazzo che spesso permane, nella nostra società e nelle nostre chiese, su questo tema.

L'iniziativa delle veglie di preghiera partirà da Milano il 2 Aprile 2008, dove avrà luogo la prima Veglia ecumenica, e continuerà nei giorni successivi in tante altre città italiane e estere.
Mercoledì 3 aprile si veglierà a Pinerolo (Torino).
Venerdì 4 aprile vi saranno veglie ecumeniche ad Aosta , Avellino , Como, Cosenza , Cremona, Bassano Del Grappa , Bologna , Firenze , Livorno , Napoli , Padova , Palermo , Rimini , Torino , Trento ed in 6 stati esteri (Argentina, Cile, Irlanda, Perù, Spagna,Venezuela).
Sabato 5 aprile si veglierà a Piombino (Livorno).
Domenica 6 aprile invece numerose comunità cristiane ad Albano Laziale (Rm) , Grosseto , Mestre (Ve) , Roma e Venezia ricorderanno nei loro culti domenicali le vittime dell'omofobia, altre veglie si terranno a Pescara, Gorizia e a Catania e nel pomeriggio a Roma.
Proprio nel cuore della città eterna avrà luogo la veglia conclusiva che unirà nella preghiera i credenti di diverse chiese con i gruppi di credenti omosessuali.

Per maggiori informazioni sulle veglie si può visitare il sito www.gionata.org o inveglia.wordpress.com o scrivere a gionatanews@gmail.comIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo