Dal libro della Sapienza 11,22-12,2

Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita, poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

martedì 10 marzo 2009

15 marzo 2009

III Domenica di Quaresima - Anno B
Vangelo: Gv 2,13-25
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull'uomo. Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo.

La vera religione.
Con chi si adira Gesù? Tante volte era andato nel tempio e vi aveva trovato quel commercio di animali per i sacrifici e quei cambiavalute. Perché questa volta e non altre? E’ come se la sua vita pubblica lo avesse messo a contatto con il deserto interiore della gente. E’ come se avesse scoperto, incontrando tante persone, quanto la materializzazione del culto ingannasse le persone semplici, allontanandole dalla vera conoscenza del Padre.
Anche oggi, il più delle volte senza che se ne rendano conto, molti cristiani rovesciano i banchi dei mercanti di religione. Un missionario ha rifiutato di diventare vescovo, perché in coscienza non se ne sentiva capace, data la situazione della chiesa in quella regione. A lui pareva che accettare quest’incarico sarebbe stato patteggiare con una politica trionfalistica che non teneva conto dei veri bisogni spirituali della gente. I suoi superiori lo trattano tuttora come un verme, ma lui continua a rifiutare, per fedeltà alla sua coscienza. Un teologo ha accettato di perdere la cattedra d’insegnamento, di diventare sospetto, ma prosegue serenamente la sua ricerca per un’espressione della fede che risponda alla sete di verità del nostro tempo.
“Quale segno ci mostri per fare queste cose?”, dicono i giudei, come chiediamo anche noi a chi rovescia le nostre sicurezze. Gesù è venuto a offrire al cuore dell’uomo il culto in spirito e verità. Ma è più facile mercanteggiare con Dio che scendere nel profondo della propria coscienza, di fronte alla nostra libertà. Ciò che appare come iconoclastia può essere invece obbedienza alla verità, come il gesto di Gesù che caccia via i venditori dal tempio.
L’unico vero tempio è il cuore dell’uomo, il luogo irrinunciabile della sua libertà. Gli atti di culto non possono mai sostituirsi alla libera adesione all’amore che è l’essenza della vita umana. Il Dio di Gesù Cristo non chiede sacrifici, ma cuori disposti ad aprirsi alla sua tenerezza operosa. Non chiede prestazioni meritorie, ma disponibilità all’amore. Gesù si erge contro un culto che avvilisce l’uomo, lotta contro le pratiche adempiute per essere in regola. Solo la libertà dell’uomo è preziosa per Dio. Forse è questa la ragione di tante confessioni che non hanno cambiato il cuore dei penitenti, di tante comunioni che non hanno trasformato i fedeli.
E.Marie

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