Dal libro della Sapienza 11,22-12,2

Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita, poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

mercoledì 21 ottobre 2009

Domenica 25 ottobre 2009

Occhi per vedere
da Mc 10,46-52
Gesù, circondato dalla folla, esce da Gerico e un mendicante, Bartimeo, disturba, con le sue grida, il corteo che accompagna il Maestro. Come nelle nostre chiese, quando un barbone, sfuggendo al controllo del sacrestano, mette lo scompiglio durante la liturgia. Mentre i discepoli provano a far tacere il povero seduto sul ciglio della strada, il Signore si ferma. Lo ha chiamato: “Figlio di Davide”, figlio di quel re che aveva vietato l’ingresso al tempio proprio ai ciechi. E’ escluso dalla folla, che può camminare con Gesù, è scartato dal popolo eletto, perché non può praticare il culto al tempio, è al bando perché è mendicante. Implora: “Figlio di Davide, abbi pietà di me”, come se fosse sicuro che Gesù può riammetterlo nella comunità del popolo eletto. Il Signore sente nel più profondo del suo cuore che le parole di quel cieco, alle quali nessuno presta attenzione, incontrano il desiderio del Padre di entrare in relazione con l’uomo.
Tutto è messaggio di un oltre per chi ha occhi per vedere. Anche il barbone che si avventura a chiedere l’elemosina in chiesa è segno di una vita relazionale mancata. “Avrei tanto bisogno d’incontrare uno sguardo amico”, diceva uno di loro. I discepoli di Gesù non colgono la fede che le grida di Bartimeo rivelano, mentre il Maestro percepisce in quest’uomo una forte sintonia con la sua missione, che consiste nel rivelare l’amore del Padre per ogni uomo. I discepoli sono orgogliosi di essere visti con il Rabbi osannato. Sono ciechi, non vedono che Bartimeo, attraverso la sua fede, è l’unico a entrare in relazione con il Messia, perché crede nella sua missione.
Il Signore lo fa chiamare. Il mendicante ripone una tale fiducia nel Signore che lascia l’unico suo bene: il mantello che era per lui letto, coperta, tutto. Abbandona tutto quello che possiede, perché si sente chiamato da colui nel quale ha riposto tutta la sua fede. “Che vuoi che io ti faccia?”, gli chiede il Signore. Eppure tutti sanno che è cieco, sembra ovvio che voglia essere guarito. Gesù cerca la relazione nella quale ognuno può riconoscersi per quello che è, nella quale Bartimeo potrà esprimere la sua cecità e la sua fede nel Creatore all’opera in Gesù. Non scatta il miracolo magico bensì la potenza della fiducia: “Và, la tua fede ti ha salvato”.

E.Marie

2 commenti:

  1. Io sono portato a guardare con occhio misericordioso chiunque è sottomesso al potere della carne…masturbazione, fornicazione, omosessualità...sono tutti schiavi dello stesso padrone. Per guidicare questo peccato e questi peccatori dovremmo immaginare di avere un figlio omosessuale e sentirci come lui si sente…fra l’incudine della sua fragilità e il martello della legge di Dio. Caterina da Siena per bocca del dio che gli appariva diceva che gli spiriti quando vedono certi peccati si voltano perché nauseati…invece Lutero diceva che si commuovono ed hanno compassione. Io sono per Lutero e guardo con grande tenerezza chi vive la propria condizione senza ostentazione. Sarà anche uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio ma io ho grande rispetto e non guidico ciò che è più grande di me.
    Il catechismo della chiesa cattolica al 2352 a proposito della masturbazione dice queste parole che io credo si possano estendere anche per l’omosessualità…
    “Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l’azione pastorale, si terrà conto dell’immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d’angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale”.

    Io credo che Dio nel vecchio testamento sia stato tanto intransigente con certi peccati perché non conosceva la fragilità della carne…dopo l’incarnazione di Gesù avendo constatato di persona che un conto è vedere le cose dall’alto e un altro è starci dentro…credo si sia pentito di aver usato certi toni.
    Anche Dio ha avuto un suo cammino da fare verso la conoscenza dell'uomo, come l'uomo verso la conoscenza di Dio, un comune cammino di maturazione fino all'incontro in Gesù Cristo...e se un tempo servivano opere buone per meritare la salvezza io credo che oggi con questa depravazione dilagante, circondati da ogni parte dai nemici... basti il pensiero. Certe inclinazioni sono talmente radicate nell’anima da non poterle vincere se non in punto di morte…come il buon ladrone vinse le sue.
    Perciò invito tutti coloro che combattono contro questi peccati a non arrendersi e non pensare che la spunteranno prima dell’ultimo respiro…e come il buon ladrone mi auguro che abbiano la luce per vedere che erano, sono e resteranno sempre un male… un male che uccide solo le anime di coloro che non si sottomettono alla verità.

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  2. Grazie david per il tuo intervento, però vorrei sottolineare che come sempre le teorizzazioni sull'omosessualità finiscono sempre per centrare solo ed esclusivamente l'aspetto sessuale. Penso che questa sia una seria e grave depravazione della società contemporanea. La sessualità è qualcosa di più della genitalità e comprende anche un'importantissima sfera affettiva che si continua a non trattare. E' una riduzione inaccettabile e colpevole. Chiudere gli occhi di fronte a questo, continuare a condannare o, nelle migliori delle ipotesi, formulare pietismi misericordiosi significa perseverare in un'omissione vergognosa. Fra l'altro questo clima di forte delegittimazione, non crea modelli sociali di riferimento e le persone omosessuali non vedono progettualità e quindi futuro. Sia chiaro però che ci sono colpe culturali e sociali ben precise che si annidano negli integralismi di varie fazioni (movimenti gay compresi). Ma la Chiesa soprattutto in questo periodo, a braccetto con i media, ha un ruolo determinante nell'odio e il pregiudizio che in questo paese c'è verso l'omosessualità. E' ora di dire chiaramente che una coppia omosessuale, fedele, che si ama e che è al servizio degli altri è una risorsa importante per la società, ma perchè no anche per la Chiesa e per tutti coloro, persone eterosessuali comprese, che deisderano vivere nell'amore descritto molto chiaramente da Cristo. Da Cristo. Il primo obiettivo della Chiesa dovrebbe essere quello di promuovere un'amore completo e una progettualità serena per le persone e le coppie omosessuali. Così non è. E questa è una colpa. Andrea

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