Dal libro della Sapienza 11,22-12,2

Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita, poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

giovedì 31 dicembre 2009





Vestido como en el mundo,
ya no se me ven las alas.
Nadie sabe como fui.
No me conocen.

Por las calles, ¿quién se acuerda?
Zapatos son mis sandalias.

Rafael Alberti, "El ángel desconocido", (1961)

Vestito come tutti gli altri,
non mi si vedono l'ali.
Nessuno sa come fui.
Non mi riconoscono.
Per la via, chi si ricorda?
Sono scarpe i miei sandali.

Rafael Alberti, "L'angelo sconosciuto", (1961)

Angeli con le scarpe e terrestri, quelli di Alberti. Ma non li riconosciamo; lo sforzo supplementare che il Natale imporrebbe (alemo un po') sarebbe proprio quello di riconoscere le categorie fondamentali del mondo: guerra, fame, povertà, uguaglianza; riconoscerle per usare un po' del nostro tempo a porsi domande. Quanti nostri simili sono scivolati nel buio della Storia per domande non poste? Con i nostri scarponi amiamo la lentezza, e così sarebbe bello festeggiare questa festa così difficile da festeggiare. Misurando il passo, salutando chi ci passa accanto. Il sentiero se vogliamo è ovunque.

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