Dal libro della Sapienza 11,22-12,2

Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita, poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

domenica 14 luglio 2013

Manca uno "sguardo d'amore".

Le parole dure, gli anatemi e i toni forti di alcuni uomini di Chiesa verso le unioni di persone dello stesso sesso possono effettivamente rimanere nel solco di una convinzione personale ideologica e teologica. Il problema però subentra quando di fronte a questi NO, non viene prospettata una possibile progettualità affettiva e d'amore per le coppie omosessuali da parte della Chiesa. Gli anatemi, senza tutto ciò, non sono attacchi ai politici, sono porte sbattute in faccia alle PERSONE. E allora, l'accoglienza e la deprecazione della discriminazione delle persone omosessuali scritte nei documenti ufficiali, non servono a nulla. Qual è la proposta pastorale della Chiesa Cattolica e della Diocesi di Bologna per una coppia di uomini o di donne che si amano? Perchè questo è il nocciolo della situazione! Possono dare anche loro un contributo alla società e nella comunità dei credenti? Se sì, in quale modo? Ma soprattutto, i sacerdoti, i vescovi, i cardinali conoscono coppie omosessuali? Manca la consocenza umana e uno sguardo d'amore quando si parla di coppie omosessuali. Il Papa direbbe che manca un po' di "tenerezza". Manca la volontà di cercare una strada nuova, inedita e coraggiosa. Ci sono realtà di dialogo e conoscenza molto positive in Italia. Perché non a Bologna? Andrea

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